Vi vorrei parlare di un puntino bianco che mi porta a non vedere bene o per niente i miei genitori, arrivato a volte per caso a volte no; vi vorrei parlare di visite dall’oculista quando ancora non si dice “mamma”; vi vorrei parlare di operazione, un’operazione che segna l’inizio e non la fine; vi vorrei parlare di colliri, cerotti e narcosi e ancora colliri, cerotti e narcosi; vi vorrei parlare di un mondo visto in modo diverso dal vostro (… peggiore), ma non lo posso fare perché sono piccolo.

Potrei parlare di stupore, lacrime, maniche rimboccate, palpitazioni, tanta ma tanta paura per il presente e anche per il futuro; potrei parlare di difficoltà, di bende, tante bende ma tante, per i prossimi dieci anni tutti i giorni (… se tutto va bene); potrei parlare di sorrisi che nascondono lacrime; potrei parlare di affanni nel tentativo di spiegare perché mio figlio non vede bene; potrei parlare di sconforto, cuore gonfio di dolore… ma vi parlo di Cataratta Congenita. Aiutatemi, aiutateci, aiutateli a riuscire ad ottenere diritti e qualità di vita migliore. Cinque minuti del vostro tempo, solo quello si chiede, poi… a voi la scelta.

E per ulteriori informazioni: associazionecatarattacongenita@gmail.com

Articolo pubblicato il 7 novembre 2013 a cura della mia amica Tiziana Spera

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