
Pubblico o non pubblico? Questo è il dilemma.
Ogni volta che scrivo qualcosa sul nostro percorso, mi ritrovo a farmi sempre le stesse domande:
“Sto condividendo troppo?”
“O troppo poco?”
La verità è che scegliere cosa raccontare non è mai semplice.
Da una parte c’è il bisogno di proteggere la nostra intimità e dall’altra c’è il desiderio profondo di dare voce alla storia dell’occhio destro del mio piccolo re.
Sono una mamma. Una mamma blogger, per la precisione.
E L’Occhio Parlante è il blog dove racconto il nostro viaggio in compagnia della cataratta congenita.
Perché credo che le parole, quando sono scelte con cura, possano davvero fare bene. A chi scrive. E a chi legge.
Il dito sfiora il tasto “Pubblica” ed ecco che arriva una domanda insistente:
Sto parlando per lui? O di lui?
Su internet, a volte, sembra che io sia lui. O che lui sia me. Ma non è così.
Lui è lui.
È lui che ha affrontato visite, interventi, bendaggi, gocce, fatica.
Io c’ero, certo. Ma accanto. In trincea con il cuore in gola. Connessi ma distinti.
E prima o poi toccherà a lui decidere che farne di tutto ciò che ho scritto.
Nel frattempo, io continuo a raccontare. Anche perché, diciamocelo , tra una mamma che condivide troppo e una che non dice nulla, esiste anche quella che cerca un equilibrio (senza trovarlo mai, ma ci prova ogni giorno).
In questo blog convivono tante parti di me:
👩👦 la mamma che racconta,
🛡️ la mamma che protegge,
🩺 la mamma che, per forza , è diventata un po’ “mamma-dottore” costretta a lottare per farsi ascoltare,
🔍 la mamma che cerca risposte, ovunque sia possibile trovarle.
Scrivo con emozione. Con qualche incertezza. A volte mi sento forte. A volte fragile. Ma sempre vera.
Perché raccontare non è solo condividere.
È anche mettere ordine nel dolore, dare un senso alle tappe, trasformare il vissuto in voce.
È accogliere la propria storia e restituirla al mondo con coraggio.
Ed è anche un atto d’amore.
Per lui. Per me. Per chi sta cercando una luce nel proprio cammino.
L’Occhio Parlante ha inoltre una voce in più.
Una voce digitale che non giudica, che risponde. Che c’è.
Ho aggiunto al blog un nuovo strumento: l’intelligenza artificiale.
Un piccolo alleato digitale, l’occhio aiutante con cui puoi parlare direttamente se hai dubbi o domande sulla cataratta congenita.
Non sostituisce un medico ma può aiutarti a orientarti e a capire meglio.
Perché anche la tecnologia, se usata con cura, può diventare una mano tesa, tra le righe di un blog.
